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SCHEMI DI OMELIE (senza pretese)

Alcune considerazioni in rapporto all’ordinamento romano che prevede oggi tre letture per le domeniche e i giorni festivi e due letture per gli altri giorni.

  1. Dobbiamo riconoscere che non esiste in assoluto un ordine di precedenza nel commento alle letture.
  2. Se si prendono in considerazione tutte e tre le letture, possiamo dire che non si comincia quasi mai con la 2a.
  3. Siccome la 1a lettura è sempre scelta in funzione della 3a, si dovrà cercare anzitutto il punto d’incontro tra la 1a e la 3a: sarà quella la tematica fondamentale da svolgere.
  4. Conviene partire dalla lettura che delinea il contesto storico più adatto: generalmente, ma non necessariamente, la 1a lettura, a volte la 3a; si prosegue poi con l’altra lettura che, sotto il profilo della progressione storico-salvifica, costruisce sulla precedente.
  5. Quindi sarà bene prestare attenzione alla 2a lettura che, attraverso uno sviluppo di tipo parenetico, aiuta a trarre conclusioni di vita cristiana.
  6. Se invece, come raramente succede, la tematica della 2a lettura fatica a combaciare con quella delle altre, si può tralasciare di farvi riferimento.
  7. In ogni caso non bisogna mai presentare l’omelia come se spettasse ad essa pronunciare l’oggi salvifico, altrimenti bisognerebbe concludere che, in assenza dell’omelia, esso non si realizza.
  8. L’oggi salvifico della Parola di Dio è pronunciato nel momento in cui la Parola viene proclamata: l’omelia si limita a esplicitarlo e a inculturarlo in rapporto al vissuto concreto.
  9. L’omelia-tipo è quella di Gesù che, esprimendosi al passato, dà atto di un’attualizzazione già avvenuta: «Oggi si è adempiuta nei vostri orecchi questa Scrittura!» (Lc 4,21).
  10. Nei giorni feriali è possibile impostare l’omelia sulla base di una sola lettura; si tratterà di cogliere uno spunto per proporre una breve riflessione.

1. TEMPO DI AVVENTO

A-Avv-1 (Is 2,1-5; Rm 13,11-14a; Mt 24,37-44) Tempo di Avvento: non è preparazione a una commemorazione infantile del Natale; ma è invito all’impegno operoso, alla pace, alla coerenza.
A-Avv-2 (Is 11,1-10; Rm 15,4-9; Mt 3,1-12) Qual è la violenza che in te ostacola il regno messianico (che è pace, serenità, coerenza)? Tieni presente che non la togli in un giorno, ma ogni giorno.
A-Avv-3 (Is 36,1-6a.8a.10; Gc 5,7-10; Mt 11,2-11) La nostra liberazione è già cominciata, (a) nella misura in cui l’attendiamo dal Signore, (b) nella misura in cui la domandiamo ogni giorno.
A-Avv-4
(Is 7,10-14; Rm 1,1-7; Mt 1,18-24) La nostra attenzione si incentra su due figure molto umane (Giuseppe e Maria): vivono un dramma familiare, intenso, segreto; ma con spirito di piena disponibilità a Dio. È in questa vicenda familiare che si inserisce il Messia.

B-Avv-1

(Is 63,16b-17.19b; 64,2-7; 1Cor 1,3-9; Mc 13,33-37) AVVENTO = tempo privilegiato: per vegliare, per tenere lo sguardo fisso alla meta, per ricordare che la nostra esistenza terrena è un fiducioso andare incontro a colui che è nostro Padre.

B-Avv-2

(Is 40,1-5.9-11; 2Pt 3,8-14; Mc 1,1-8) AVVENTO = invito vigoroso a impegni concreti: il Signore verrà e consolerà, (a) solo se noi lo faremo venire; (b) solo se tu lo farai venire nella tua famiglia; (c) solo se tu saprai consolare chi ti sta accanto.

B-Avv-3

(Is 61,1-2.10-11; 1Tes 5,16-24; Gv 1,6-8.19-28) Abbiamo bisogno che il Signore venga: (a) a portare il lieto annunzio ai poveri che siamo noi; (b) a fasciare le piaghe dei nostri cuori spezzati; (c) a proclamare la libertà a quanti oggi vivono in schiavitù fisica; (d) ad annunciare la misericordia (apertura del cuore verso il misero: "miseri-cor").

B-Avv-4

(2Sam 7,1-5.8b-12.14a-16; Rm 16,25-27; Lc 1,26-38) Dio si inserisce nella nostra storia, che assume così com'è: i suoi antenati non erano perfetti; si è limitatoa scegliersi una madre che ha resa perfetta, immacolata.

(Ger 33,14-16; 1Tes 3,12–4,2; Lc 21,25-28.34-36) AVVENTO = tempo di attesa e di impegno fattivo. Il Signore verrà nella mia vita... nella mia famiglia... nella misura in cui mi impegnerò a farlo venire.
(Ba 5,1-9; Fip 1,4-6.8-11; Lc 3,1-6) Dio salva nella misura in cui noi cooperiamo alla salvezza. Maria, modello di cooperazione al piano di Dio.
(Sof 3,14-18a; Fil 4,4-7; Lc 3,10-18) Lasciamoci vagliare; lasciamo togliere dal n/ comportamento ogni angolosità.
(Mic 5,1-4a; Eb 10,5-10; Lc 1,39-48a) Oggi siamo invitati a riflettere (1) sull’umanità di Dio, (2) sulla dignità della donna e della maternità, (3) sulla sacralità della vita, (4) sul valore della famiglia, la cosa più bella che Dio ha saputo inventare.

 

2. TEMPO DI NATALE

(Is 9,1-6; Tt 2,11-14; Lc 2,1-14) No a un Natale di nostalgia (ricordi di infanzia). Sì a un Natale da persone adulte, che ci richiama ai valori veri.

(Lc 62,11-12;Ti 3,4-7; Lc 2,15-20 Dio prende corpo in una famiglia vera, per ricordarci che la famiglia è la cosa più bella che Dio ha inventato.

(Is 52,7-10;Eb 1,1-6; Gv 1,1-18) "Come sono belli i piedi del messaggero che annunzia la pace!". Ogni sera dovrei fare l'esame di coscienza contemplando i miei piedi. Se mi hanno portato ad annunziare la pace, Deo gratias! Se invece mi hanno portato a seminare divisione, Confiteor"
(Sir 3,2-6.12-14; Col 3,12-21; Mt 2,13-15.19-23) La I Lettura ci invita a prestare attenzione ai doveri che i figli adulti hanno verso i genitori anziani. Un invito che oggi è più che mai attuale.
(Gen 15,1-6; 21,1-3; Eb 11,8.11-12.17-19; Lc 2,22-40) Dalla Sacra Famiglia alle "nostre" Famiglie: un impellente richiamo al senso dei valori.
(1Sam 1,20-22.24-28; 1Gv 3,1-2.21-24; Lc 2,41-52) Prima di appartenere ai genitori, i figli appartengono a Dio. I genitori sono gestori di una proprietà che non appartiene loro in assoluto. Non devono sentirsi mortificati da questa affermazione.
(Nm 6,22-27; Gal 4,4-7; Lc 2-16-21) Invochiamo sul Nuovo Anno quella particolare benedizione di Dio che è la VITA. Invito a rispettare la n/ vita, perché è sacra. Invito a rispettare ogni vita, dalla vita del Bimbo non ancora nato alla vita dell’Anziano, dalla vita dell’Immigrato alla vita del Rifugiato e del Clandestino.
(Sir 24,1-2.8-12; Ef 1,3-6.15-18; Gv 1,1-18) Alla scuola della Sapienza impariamo a conoscere meglio il mistero di Dio e quel mistero ancora più complesso che siamo noi stessi.
(Is 60,1-6; Ef 3,2-3a.5-6; Mt 2,1-12) Un popolo di missionari.
(Is 42,1-4.6-7; At 10,34-38; Mt 3,13-17) "... passò beneficando". 
(Is 55,1-11; 1Gv 5,1-9; Mc 1,7-11) Inizia la missione di Gesù, e con la sua, anche la nostra.
(Is 40,1-5.9-11; Tt 2,11-14; 3,4-7; Lc 3,15-16.21-22) Viviamo ogni giorno il n/ battesimo. Lasciamoci lavare/reggere/condurre dal Signore ogni giorno.

 

3. TEMPO DI QUARESIMA

Gl 2,12-18; 2Cor 5,20 – 6,2; Mt 6,1-6.16-18) Oggi ci cospargiamo il capo di cenere; domani lo profumeremo!

A-Quar-1

(Gen 2,7-9; 3,1-7; Rm 5,12-19; Mt 4,1-11) (a) La tentazione è condizione dell’esistenza umana; (b) La tentaz. è condiz. di crescita; (c) La tentaz. si supera richiamandosi ai princìpi solidi; (d) La tentaz. si supera con la grazia di Dio, che ci aiuta a crescere.

A-Quar-2

(Gn 12,1-4a; 2Tm 1,8b-10; Mt 17,1-9) Quaresima = tempo favorevole per verificare il nostro cammino spirituale

A-Quar-3

(Es 17,3-7; Rm 5,1-2.5-8; Gv 4,5-42) La scena di Gesù al pozzo, è la scena di ognuno di noi. Ognuno di noi: una sete profonda di acqua viva, che spesso non sa di avere. Gesù è là, seduto al pozzo in attesa di incontrare me.

A-Quar-4

(1Sam 16,1b.4.6-7.10-13; Ef 5,8-14; Gv 9,1-41) L’occhio dell’uomo guarda l’apparenza (= vede in superficie); l’occhio di Dio guarda il cuore (= vede in profondità). Impariamo a guardare le cose con gli occhi di Dio.

A-Quar-5 (Ez 37,12-14; Rm 8,8-11; Gv 11,1-45) Chiederemo due cose: (a) che il S. ci aiuti a credere in lui... in vista della n/ risurrezione fisica nell’ultimo giorno; (b) ... in vista della n/ risurrezione spirituale, oggi.
(Gen 9,8-15; 1Pt 3,18-22; Mc 1,12-15) L'alleanza di Dio con Noè, l'alleanza di Dio con noi, le alleanze tra di noi
B-Quar-2 (Gen 22,1-2.9a.10-13.15-18; Rom 8,31b-34; Mc 9,2-10) La prova di Abramo, la prova di Gesù, le nostre prove
(Es 20,1-17;1Cor 1,22-25; Gv 2,13-25) La Domenica: giorno per gli altri
(2Cr 36,14-16.19-23; Ef 2,4-10; Gv 3,14-21) Creati per le opere buone, perché in esse camminiamo
(Ger 31,31-34; Eb 5,7-9; Gv 12,20-33) Amare gli altri più di noi stessi
(Dt 26,4-10; Rm 10,8-13; Lc 4,1-13) Se le tentazioni di Gesù non fossero state registrate nei Vangeli, noi non avremmo mai potuto immaginarle possibili. Sono state scritte per darci un preciso messaggio: di fiducia e di impegno.
(Gn 15,5-12.17-18; Fil 3,17–4,1; Lc 9,28b-36) "Non c'è rosa senza spine": le spine le ha messe il Signore; il profumo è per noi. La sofferenza, pur non essendo in sé un bene, è condizione di vita. Ha due pregi: ci apre su Dio e sugli altri.
(Es 3,1-8a.13-15; 1Cor 10,1-6.10-12; Lc 13,1-9) Davanti ai fatti di cronaca e alle sventure non dobbiamo contentarci di sentimenti di compassione; ma dobbiamo trarre spunti di riflessione e di impegno, affinché simili fatti (per quel che dipende da noi) non abbiano a ripetersi, causando ulteriori sofferenze.
(Gs 5,9a.10-12; 2Cor 5,17-21; Lc 15,1-3.11-32) Il pensiero delle nostre debolezze ci aiuta a comprendere le debolezze degli altri. Il figlio maggiore non capisce, perché di debolezze crede di non averne mai avute. Giustificare sempre la persona che sbaglia, non la cosa sbagliata.
(Is 43,16-21; Fil 3,8-14; Gv 8,1-11) Gesù costringe i Farisei a un esame di coscienza. Riconoscono i loro peccati, ma non riconoscono la misericordia di Dio; e se ne vanno. Se fossero rimasti, sarebbero stati perdonati anche loro! Il perdono che il Signore prepara è un perdono sempre nuovo, sempre più grande.

 

4. TRIDUO PASQUALE

In Coena D.ni (Es 12,1-8.11-14; 1Cor 11,23-26; Gv 13,1-15) Gesù non ha istituito l’Eucaristia perché ci contentiamo di contemplarla e adorarla, ma perché la mangiamo. Perciò dobbiamo preoccuparci di riceverla ogni volta che andiamo a Messa, accostandoci con regolare frequenza all’altro sacramento che egli pure ha istituito, cioè al sacramento della Confessione.
Pasqua-Veglia (Mc 16,1-7)
Pasqua-Giorno (At 10,34a.37-43; Col 3,1-4; Gv 20,1-9)

 

5. TEMPO PASQUALE

  Omelia Sabato Santo: Discesa agli Inferi
A-Pasqua-2 (At 2,42-47; 1Pt 1,3-9; Gv 20,19-31) Anche noi spesso siamo chiusi per timore, non dei Giudei, ma degli altri / dell'altro.
A-Pasqua-3 (At 2,14.22-33; 1Pt 1,17-21; Lc 24,13-35) Chiediamo al Signore (1) docilità per ascoltarlo e (2) luce per poterlo riconoscere.
A-Pasqua-4

(At 2,14.36-41; 1Pt 2,20-25; Gv 10,1-10) l Buon Pastore è unico, ma non è solo. La Chiesa ha bisogno di tanti buoni pastori. Oggi: Giornata di preghiera e di sensibilizzazione al problema delle vocazioni sacerdotali.

A-Pasqua-5 (At 6,1-7; 1Pt 2,4-9; Gv 14,1-12) Nella Chiesa noi siamo tutti “pietre vive”. Oggi pregheremo in particolare per Papa Francesco, “il servo dei servi di Dio”, quello che affianca più da vicino Cristo, la “pietra angolare”.
A-Pasqua-6 (At 8,5-8.14-17; 1Pt 3,15-18; Gv 14,15-21) 1) Lo Spirito Santo, il Consolatore: Colui che, di professione, sta sempre dalla nostra parte. 2) I due servizi non si possono separare: Ministero della Parola e Ministero delle mense.
A-Ascensione
(At 1,1-11; Ef 1,17-23; Mt 28,16-20) Con l’Ascensione si apre il tempo della Chiesa. L’opera è a noi: andare, predicare, testimoniare! Alcuni di noi: predicatori che vanno lontano; tutti gli altri: predicatori che vanno, pur restando là dove sono. Per tutti: lo Spirito Santo (luce e forza).
A-Pentecoste
(At 2,1-11; 1Cor 12,3b-7.12-13; Gv 20,19-23) La Pentecoste inaugura il tempo dello Spirito Santo, che è il tempo della maturità degli Apostoli, della Chiesa, di noi tutti.
B-Pasq-2 (At 4,32-35; 1Gv 5,1-6; Gv 20,19-31) Noi, riconoscenti a Tommaso: ha dato occasione al Signore di pronunciare una beatitudine per noi, che non abbiamo visto.
B-Pasq-3 (At 3,13-15.17-19; 1Gv 2,1-5a; Lc 24,35-48) Predicare a partire dalle Scritture. Trovare nuove forme di predicazione, che si affiancano nel quotidiano alla predicazione fatta in chiesa.
B-Pasq-4 (At 4,8-12; 1Gv 3,1-2; Gv 10,11-18) Il Papa, l'abbiamo; i vescovi, li abbiamo; quelli che oggi mancano sono i sacerdoti!
B-Pasq-5 (At 9,26-31; 1Gv 3,18-24; Gv 15,1-8) Qual è il mio inserimento nella Chiesa universale/locale/familiare? Sono io un tralcio che si lascia potare?
B-Pasq-6 (At 10,25-26.34-35.44-48; 1Gv 4,7-10; Gv 15,9-17) Come mettere il pratica il comandamento dell'amore: in famiglia, tra parenti, tra vicini, sul lavoro? Invito a non chiudersi mai.
B-Ascensione (At 1,1-11; Ef 4,1-13; Mc 16,15-20)
B-Pentecoste (At 2,1-11; Gal 5,16-25; Gv 15,26-27; 16,12-15)
C-Pasq-2 (At 5,12-16; Ap 1,9-11a.12-13.17-19; Gv 20,19-31) Beati quelli che, pur non avendo visto, crederanno.
C-Pasq-3 (At 5,27b-32.40b-41; Ap 5,11-14; Gv 21,1-19) Gli Apostoli imparano a riconoscere il Signore anche nella sofferenza:una sofferenza che non vanno a cercarsi, ma che trovano sulla strada della loro vita.
C-Pasq-4 (At 13,14.43-52; Ap 7,9.14b-17; Gv10,27-30) Una moltitudine immensa che attende la Parola di Dio. E noi, facciamo parte o no di questa moltitudine? Siamo noi assetati della Parola di Dio, oppure ci contentiamo di ascoltarla con le orecchie, ma non con il cuore? La Parola di Dio non si annuncia da sola. Ci preoccupiamo del problema delle vocazioni?
C-Pasq-5 (At 14,21b-27; Ap 21,1-5a; Gv 13,31-33a.34-35) Le tribolazioni fanno parte della vita. Eliminarle del tutto non è possibile. Se siamo soli a portarle, ci schiacciano. Se non siamo soli, rimangono, ma sono più leggere. Importante è fare riferimento a qualcuno che è stato costituito proprio per rianimare ed esortare. Questo “qualcuno” è per vocazione il sacerdote.
C-Pasq-6 (At 15,1-2.22-29; Ap 21,10-14.22-23; Gv 14,23-29) Oggi: abituati al linguaggio dell’inter-faccia, dei sistemi inter-attivi, dell'assistenza “on line”. Ma lo Spirito Santo è molto più interattivo di Internet! Avvertiamo noi il bisogno di questa assistenza perché ci aiuti a risolvere i nostri conflitti personali? ... i conflitti all’interno della Chiesa, della società, della famiglia...?
C-Ascensione (At 1,1-11; Eb 9,24-28; 10.19-23; Lc 24,46-53) Lo Spirito S. ti aiuterà a diventare predicatore del Vangelo, non necessariamente in chiesa, ma in casa, sul lavoro, con chi ti chiede la carità dell'ascolto. Tutti: chiamati ad essere predicatori del Vangelo della vita e della pace!
C-Pentecoste L'Ascensione pone fine al tempo di Gesù (= tempo dell’infanzia degli Apostoli: paurosi, incapaci di pensare agli altri); la Pentecoste inaugura il tempo dello Spirito Santo (= tempo della maturità degli Apostoli, tempo della Chiesa, cioè della maturità nostra).

 

6. TEMPO «PER ANNUM»

A-Ann-02
(Is 49,3.5-6; 1Cor 1,1-3; Gv 1,29-34) Chi è per noi Gesù? Forse è uno che non conosciamo; o che conosciamo dal di fuori. Forse è uno che conosciamo troppo, ... troppo sul piano devozionale... Invece è dal di dentro che lo dobbiamo conoscere... Se lo conosceremo così, lo conosceremo bene.
A-Ann-03
(Is 8,23b–9,3; 1Cor 1,10-13.17; Mt 4,12-23) L’invito di Gesù a convertirci è per noi che oggi ascoltiamo la sua Parola: dalle nostre tenebre quotidiane alla Grande Luce del Vangelo.
A-Ann-04
(So 2,3;3.12-13; 1Cor 1,26-31; Mt 5,1-12a) Il Signore ci chiama ad abbandonare ogni giorno la sapienza del mondo (compromessi), per adeguarci ogni giorno alla sapienza delle beatitudini (radicalità del Vangelo).
A-Ann-05 (Is 58,7-10; 1Cor 2,1-5; Mt 5-13-16) Siamo invitati a comprendere che la religione non è mai un rapporto a due (io e Dio), ma è sempre un rapporto a tre (io, gli altri e Dio).
A-Ann-06
(Sir 15,15-20; 1Cor 2,6-10; Mt 5,17-37) Se evitare il male non è sempre in nostro potere, fare il bene è sempre in nostro potere, precisamente nella misura in cui ci renderemo disponibili ad accogliere in noi la Sapienza divina, misteriosa, nascosta a coloro che non la cercano.
A-Ann-07
(Lev 19,1-2.17-18; 1Cor 3,16-23; Mt 5,38-48) Il perdono cristiano è disponibilità di fondo verso l’altro, è il desiderio di dimenticare l’offesa. Esso può sussistere anche quando i sentimenti sembrano attestare il contrario. Il desiderio di perdonare è già perdono.
A-Ann-08
(Is 49,14-15; 1Cor 4,1-5; Mt 6,24-34) Siamo invitati a rispettare l’ordine dei valori; a non mettere i beni che si vedono e si toccano al di sopra degli altri. Se mettiamo Mammona al 1° posto, non ci saranno che opere di tenebre; se invece mettiamo al 1° posto Dio e la sua giustizia, allora ci saranno opere di luce.
A-Ann-09 (Dt 11,18.26-28.32; Rm 3,21-25a.28; Mt 7,21-27)

A volte consideriamo la Parola di Dio come q.sa che riguarda la domenica soltanto: i ¾ d’ora che passiamo in chiesa. Ascoltiamo, ragioniamo per ¾ con la mente di Dio; ma tutto rimane lì. Poi usciamo, e la vita riprende. Abbiamo dei problemi; ma cerchiamo di risolverli con la n/ mente. L’insegnamento di oggi dice: facciamo cadere le barriere tra domenica e giorni feriali. La Parola deve guidare i n/ comportamenti, le n/ scelte...

A-Ann-10
(Os 6,3-6; Rm 4,18-25; Mt 9,9-13) Alcuni accusano la religione di essere una maschera comoda, una religione di facciata. Quella non è religione, ma una caricatura della religione. Invece: Religione = venire in chiesa per assumere impegni etici precisi. Li prendiamo la domenica; poi... tutta la settimana per metterli in pratica. La domenica seguente, di nuovo da capo: veniamo a verificare i n/ impegni.
A-Ann-11
(Es 19,2-6a; Rm 5,6-11; Mt 9,36–10,8) Noi abbiamo bisogno di guide spirituali, accanto a noi, soprattutto nel momento della difficoltà. Sappiamo fare riferimento a queste guide spirituali, cioè ai sacerdoti? Ci preoccupiamo di loro (qualità e numero)? Sappiamo impegnarci con loro, soprattutto nella gestione del settore caritativo?
A-Ann-12
(Ger 20,10-13; Rm 5,12-15; Mt 10,26-33) Invito alla fiducia: Voi valete più di molti passeri = noi valiamo quanto vale il sangue di Xto = la vita di Dio. Se abbiamo l’impressione che tutti ci abbandonano, Dio non ci abbandona mai. Sentire Dio vicino. Cercare conforto in lui. Ma Dio non agisce da solo: si fa aiutare/rappresentare. Perciò: cercare conforto in coloro che Dio ha posto accanto a noi come pastori e guide.
A-Ann-13
(1Re 4,8-11.14-16; Rm 6,3-4.8-11; Mt 10,37-42) Chi fa entrare Cristo nella sua vita non perde nulla, di ciò che rende la vita libera, bella e grande... Dio non toglie nulla, valorizza e potenzia tutta la nostra esistenza.
A-Ann-14 (Zac 9,9-10; Rm 8,9.11-13, MT 11,25-30) Oggi, molti rifiutano il giogo del Vangelo, cioè gli insegnamenti della Chiesa. Dicono: io faccio quello che voglio... la Chiesa non ha nulla da dirmi... i valori, me li determino io. Quando i valori li fissiamo noi, tutto va a rotoli. C’è solo più spazio per l’egoismo, la sopraffazione, la violenza. Invece...
A-Ann-15
(Is 55,10-11; Rm 8,18-23; Mt 13,1-23) Che cos’è per noi la Parola di Dio, soprattutto quando l’ascoltiamo in chiesa, cioè “come Chiesa”? Non è parola al vento, ma Parola-evento, Parola efficace, che ci interpella. Ma l’efficacia dipende da noi.
A-Ann-16
(Sap 12,13.16-19; Rm 8,26-27; Mt 13,24-43) Preoccuparci di individuare quello che in noi è seme buono per chiedere a Dio che lo faccia crescere. Preoccuparci di individuare anche quello che in noi è zizzania, per chiedere a Dio che ci aiuti a combatterla, e anche a sopportarla.
A-Ann-17
(1Re 3,5.7-12; Rm 8,28-30; Mt 13,44-52) Chiedere per noi tutti (qualunque sia la n/ situazione) un cuore docile, capace di scegliere non ciò che luccica, ma ciò che vale.
A-Ann-18
(Is 55,1-3; Rm 8,35.37-39; Mt 14,13-21) invito ad avvertire gli stimoli della fame spirituale, e di conseguenza la necessità della Parola di Dio e dell’Eucaristia. cf Dacci oggi il n/ pane quotidiano (domanda che i Padri applicano sempre all’Eucaristia).
A-Ann-19

(1Re 19,9a.11-13a; Rm 9,1-5; Mt 14,22-33) Che cos’è per te la brezza leggera, che ti annuncia la presenza di Dio? (1) La tranquillità della tua famiglia; (2) La voce di un amico che ti ascolta e ti consiglia; (3) Una sosta in chiesa; (4) Un momento di sincerità con te stesso; (5) Un tuo gesto di attenzione verso gli altri.

A-Ann-20
(Is 56,1.6-7; Rm 11,13-15.29-32; Mt 15,21-28) Tre insegnamenti: (1) Apertura verso tutti; (2) Efficacia della preghiera (chiedere ciò che suggerisce la fede); (3) La chiesa come casa di preghiera (imparare a pregare “in chiesa / come Chiesa”).
A-Ann-21

(Is 22,19-23; Rm 11,33-36; Mt 16,13-20) Chi è Gesù per noi? La n/ risposta non deve essere come quella della gente (qualcuno di cui abbiamo sentito parlare, che ci interessa lì per lì, ma poi ci lascia indifferenti). La n/ risposta deve essere come quella di Pietro: “Tu sei il Cristo”. Se la n/ risposta è come quella di Pietro, allora lasciamoci guidare da Pietro, ogni volta che parla attraverso i suoi successori.

A-Ann-22

(Ger 20,7-9; Rm 12,1-2; Mt 16,21-27) Chi pensa secondo gli uomini gode egoisticamente quando tutto va bene e guarda con commiserazione gli altri. Invece chi si sforza di pensare secondo Dio gode quando tutto va bene, ma non disperare quando qualcosa va male: la luce di Dio gli rivela che anche la sofferenza ha un volto positivo, in quanto apre su Dio e sugli altri.

A-Ann-23

(Ez 33,1.7-9; Rm 13,8-10; Mt 18,15-20) Chiedere a Dio che ci dia (1) l’assillo dell’amore vicendevole, che comporta la correzione dell’altro, (2) l’umiltà necessaria per lasciarci correggere, (3) il gusto per quella correzione che passa attraverso il sacramento della Confessione.

A-Ann-24

(Sir 27,30–28,7; Rm 14,7-9; Mt 18,21-35) Due insegnamenti: (1) Il tuo prossimo è quello che ti è prossimo (i tuoi familiari (moglie/marito, genitori/figli; fratelli/sorelle), i tuoi vicini di casa; (2) Perdona, se vuoi essere perdonato; spezza al più presto la catena dell’incomprensione, parlando tu per primo, salutando tu per primo, non togliendo mai il saluto a nessuno.

A-Ann-25

(Is 55,6-9; Fil 1,20c-24.27a; Mt 20,1-16) Preoccupiamoci di sottolineare quanto di meno buono è in noi, per ricevere da Dio, non secondo i n/ meriti, ma secondo la sua misericordia. La parola “misericordia” deriva dal latino “miseri+cor”: misericordioso è colui che ha cuore verso il misero. Nella misura in cui ci sentiamo miseri, il cuore di Dio è tutto teso a noi. Se invece ci sentiamo giusti, Dio è spiazzato. Coltiviamo, non la mistica del merito, ma la mistica del dovere.

A-Ann-26

(Ez 18,25-28; Fil 2,1-11; Mt 21, 28-32) Abituiamoci a dire: “Il bene che faccio, più che frutto della mia buona volontà, è dovuto alla grazia di Dio”; “Il male che faccio lo affido alla misericordia di Dio, con desiderio sincero di CONVERSIONE, come il 2° figlio della Parabola, che disse “No; ma, pentitosi, andò a lavorare nella vigna”.

A-Ann-27

(Is 5,1-7; Fil 4,6-9; Mt 21,33-43) Facciamo nostre le parole di san Massimo di Torino (5° sec.): “La vigna del Signore siamo noi. Dunque stiamo attenti a produrre uva, non spine; vino, non aceto. Perché chi vendemmia e non dà ai poveri, raccoglie aceto e non vino”.

A-Ann-28

(Is 26,6-10a; Fil 4,12-14.19-20; Mt 22,1-14) Entrare nella sala nuziale (cioè nel regno dei cieli) significa: (1) accettare la logica del Vangelo; (2) vivere questa logica nell’esercizio dei n/ doveri; (3) vivere la fede a blocco, senza compromessi.

A-Ann-29

(Is 45,1.4-6; 1Tes 1,1-5b; Mt 22,15-21) La GMM ci ricorda l’importanza della diffusione del Vangelo, non di un Vangelo disimpegnato (che non sarebbe Vangelo), ma del Vangelo che si accompagna a un impegno fattivo, come ci ricorda Paolo: “... memore davanti a Dio del v/ impegno nella fede e della v/ operosità nella carità”. Nei Paesi di Missione spesso si incontrano tradizioni religiose molto vicine all’AT, che costituiscono una preparazione immediata all’annuncio del Vangelo.

A-Ann-30

(Es 22,20-26; 1Tes 1,5c-10; Mt 22,34-40) Qual è il mio atteggiamento verso chi è straniero? Qual è il mio comportamento verso chi nella società è debole? Qual è il mio comportamento in fatto di giustizia sociale? Dobbiamo: a) sforzarci di essere coerenti, per diventare modello; b) pregare perché, soprattutto i n/ sacerdoti, siano maestri in quel che dicono, esemplari in quel che fanno.

A-Ann-31
(Mal 1,14b–2,2b.8-10; 1Tes 1,7b-9.13; Mt 23,1-12) Dobbiamo pregare perché il Signore: a) ci aiuti a non essere di coloro che «dicono e non fanno»; b) aiuti coloro che hanno particolari responsabilità nella società e nella Chiesa a «fare sempre quello che dicono».
A-Ann-32
(Sap 6,12-16; 1Tes 4,13-18; Mt 25,1-13) Che il Signore ci insegni ad aspettare con paziente lungimiranza: a) procurando alle nostre lampade l’olio della sapienza; b) impegnandoci a confortare gli altri, nella speranza che gli altri confortino noi.
A-Ann-33 (Pr 31,10-13.19-20.30-31; 1Tes 5,1-6; Mt 25,14-30) a) Tutti riceviamo e tutti dovremo rendere conto. b) Nel momento in cui riceviamo, non abbiamo possibilità di scegliere. c) La possibilità di scelta è nel far fruttificare: su quella saremo giudicati. d) Invito discreto alla società di oggi a non trascurare quei talenti che sono stati affidati alla donna come donna, in particolare come sposa e madre di famiglia.
A-Xto-Re

(Ez 34,11-12.15-17; 1Cor 15,20-26a.28; Mt 25,31-46) Cristo è: giudice, perché è stato giudicato e condannato; pastore, perché anche lui si è sentito disperso; re, perché ci regge e sorregge nella nostra debolezza, ed è stato incoronato sulla croce.
Lasciamoci reggere con fiducia, perché ha provato le n/ difficoltà; lasciamoci guidare con docilità, perché conosce i n/ sentieri; prepariamoci operosamente a essere giudicati, sapendo che il criterio supremo è la legge della carità.

B-Ann-02
(1Sam 3,3b-10.19; 1Cor 6,13c-15a.17-20; Gv 1,35-42) Giovanni Battista indica l'Angello di Dio, con una parola che in aramaico collega l'immagie dell'angello pasquale alla figura del Servo sofferente.
B-Ann-03
(Giona 3,1-5.10; 1Cor 7,29-31; Mc 1,14-20) Gesù alla ricerca di collaboratori. Nessuno è escluso dalla chiamata.
B-Ann-04
(Dt 18,15-20; 1Cor 7,32-35; Mc 1,21-28) La vita come il deserto. Per camminare sicuri abbiamo bisogno di guide. Per noi cristiani: il magistero del Papa, dei Vescovi, dei Sacerdoti.
B-Ann-05
(Gb 7,1-4.6-7; 1Cor 9,16-19.22-23; Mc 1,29-39) Chi non ha mai sofferto è un grande egoista. Chi ha sofferto poco è un piccolo egoista. Chi ha sofferto molto è sensibilissimo alle sofferenze degli altri.
B-Ann-06
(Lv 13,1-2.45-46; 1Cor 10,31 - 11,1; Mc 1,40-45) In ebraico la parola "compassione" significa il "grembo materno". Nei confronti dei malati è mosso a compassione, perché ha "viscere paterne e materne" verso quanti sono provati dalla malattia fisica o morale.
B-Ann-10
(Gen 3,9-15; 2Cor 4,13–5,1; Mc 3,20-35) Non dimentichiamo che bestemmiare contro lo Spirito Santo significa dubitare che la misericordia di Dio (padre e madre) è più grande di ogni nostra fragilità.
B-Ann-11
(Ez 17,22-24; 2Cor 5,6-10; Mc 4,26-34) Tema: Làsciati staccare, gettare nel solco e seminare! 
B-Ann-12
(Gb 38,1.8-11; 2Cor 5,14-17; Mc 4,35-41) Anche se non è un bene, la sofferenza ha in sé qualcosa di buono: apre su Dio, apre sugli altri.
B-Ann-13
(Sap 1,13-15; 2,23-24; 2Cor 8,7.9.13-15; Mc 5,21-43) Tema: Nelle prove della vita non diamo la colpa a Dio, ma aiutiamoci gli uni gli altri.
B-Ann-14
(Ez 2,2-5; "Cor 12,7-10; Mc 6,1-6) Tema: Il predicatore del Vangelo: nella sua debolezza è forte della fortezza di Dio.
B-Ann-15
(Am 7,12-15; Ef 1,3-14; Mc 6,7-13) Tema: Predicare/testimoniare il Vangelo nel quotidiano e in quel momento privilegiato che è l'omelia liturgica.
B-Ann-16
(Ger 23,1-6; Ef 2,13-18; Mc 6,30-34) Tema: pastori, non per condannare, ma per pascere, per sentire compassione, per consolare... in nome di Dio.
B-Ann-17
(2Re 4,42-44; Ef 4,1-6; Gv 6,1-15) Tema: Dio aiuta, se noi ci aiutiamo. Dio interviene, se noi ci rimbocchiamo le maniche. I 20 pani d’orzo (AT) e i 5 pani d’orzo + i 2 pesci (NT) sono nostri.
B-Ann-18
(Es 16,2-4.12-15; Ef 4,17.20-24; Gv 6,24-35) "Se il pane è quotidiano, perché lo riceveresti dopo un anno? Ricevi ogni giorno ciò che ti deve giovare ogni giorno!" (Sant'Ambrogio).
B-Ann-19
(1Re 19,4-8; Ef 4,30–5,2; Gv 6,41-51) "Io sono il pane della vita". La Riforma liturgica dà (a chi lo desidera) la possibilità di ricevere la comunione sulla mano. San Cirillo di Gerusalemme spiega come la si deve ricevere.
B-Ann-20
(Pr 9,1-6; Ef 5,15-20; Gv,51-58) "Chi mangia questo pane vivrà in eterno!"
B-Ann-21
(Gs 24,1-2a.15-17.18b; Ef 5,21-32; Gv 6,60-69)"Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna!"
B-Ann-22
(Dt 4,1-2.6-8; Gc 1,17-18.21b-22.27; Mc 7,1-8.14-15.21-23) "Ascolta, Israele! Non addomesticare i comandamenti! Non annacquare il Vangelo!"
B-Ann-23
(Is 35,4-7a; Gc 2,1-5; Mc 7,31-37) Invito a interessarci degli altri, a cominciare da quelli che ci sono più prossimi.
B-Ann-24
(Is 50,5-9a; Gc 2,14-18; Mc 8,27-35) La sofferenza non è certo un bene, ma porta in sé qualcosa di positivo: apre su Dio, apre sugli altri. Chi non ha mai sofferto è chiuso in se stesso.
B-Ann-25
(Sap 2,12.17-20; Gc 3,16–4,3; Mc 9,30-37) Invito a coltivare la mistica del servizio: io in funzione degli altri. Due esempi: Gesù, "il Servo del Signore"; Maria, "la serva del Signore".
B-Ann-26
(Nm 11,25-29; Gc 5,1-6; Mc 9,38-43.45.47-48) Non essere gelosi, ma imparare a simpatizzare con tutti quelli che fanno del bene. Non essere superbi, ma imparare a lasciarsi aiutare.
B-Ann-27
(Gen 1,18-24; Eb 2,9-11; Mc 10,2-16) Che il Signore ci aiuti (a) a comprendere la santità della famiglia; (b) a non avere il cuore "sclerotizzato"; (c) a non giudicare chi si trova in situazione difficile.
B-Ann-28
(Sap 7,7-11; Eb 4,12-13; Mc 10,17-30) Chiedere il dono della sapienza, per poter fare nel momento giusto le scelte giuste.
B-Ann-29
(Is 53,10-11; Eb 4,14-16; Mc 10,35-45) Coltivare la "mistica del servizio". Oggi GMM: condividere le attese dei popoli e compatire le infermità dei poveri del mondo.
B-Ann-30
(Ger 31,7-9; Eb 5,1-6; Mc 10,46-52) Se, come Bartimeo grideremo "Gesù, làsciati commuovere per me!", ci sentiremo rispondere: "Coraggio, alzati, ti chiama".
B-Ann-31
(Dt 6,2-6; Eb 7,23-28; Mc 12,28b-34) I comandamenti sono stati scritti dal dito di Dio su due Tavole: 1a Tavola = quelli che riguardano Dio; 2a Tavola = quelli che riguardano il Prossimo. Gesù insegna a non disgiungere Dio dal Prossimo.
B-Ann-32
(1Re 17,10-16; Eb 9,24-28; Mc 12,38-44) La vera religiosità = il coraggio di giocare la propria vita "per Dio" e "per gli altri".
B-Ann-33
(Dn 12,1-3; Eb 10,11-14.18; Mc 13,24-32) Saper pensare al futuro, senza nessuna fretta di lasciare questa vita. Il Signore ci aiuti a pensare serenamente a quando usciremo dalla scena di questo mondo, per la vita!
B-Ann-34
(Dn 7,13-14; Ap 1,5-8; Gv 18,33-37) "Re per reggere, per sorreggere, per portarci, per sopportarci. Lasciamoci portare/sopportare da Cristo Re; impariamo a portare/sopportare gli altri".
C-Ann-2
(Is 62,1-5; 1Cor 12,4-11; Gv 2,1-11)Il matrimonio è santo; è un dono/carisma; è un dono accanto ad altri doni/carismi.
C-Ann-3
(Ne 8,2-4a.5-6.8-1o; 1Cor 12,12-30; Lc 1,1-4; 4,14-21) "Senza la domenica non possiamo vivere". Oggi: un invito a riflettere sui ritmi della nostra fame spirituale.
C-Ann-4
(Ger 1,4-5.17-19; 1Cor 12,31–13,13; Lc 4,21-30) Tutti (chi dal pulpito, chi nel quotidiano) siamo chiamati a testimoniare la nostra fede nella carità.
C-Ann-5
(Is 6,1-2a.3-8; 1Cor 15,1-11; Lc 5,1-11) Per fare qualcosa, Dio ha assolutamente bisogno di noi.
C-Ann-6

(Ger 17,5-8; 1Cor 15,12.16-20; Lc 6,17.20-26) Siamo stimolati a credere nella risurrezione dei morti. Li incontriamo soprattutto a Messa, in questi precisi momenti: (1) quando cantiamo il Sanctus; (2) quando li ricordiamo nell’intercessione per i Defunti; (3) quando facciamo la comunione di suffragio per loro.

C-Ann-7
(1Sam 26,2.7-9.12-13.22-23; 1Cor 15,45-49; Lc 6,27-38) Saper perdonare è qualcosa che si impara alla scuola di Dio. Il perdono cristiano è il desiderio di dimenticare l’offesa. L’espressione “come noi li rimettiamo ai n/ debitori” è un impegno che assumiamo ogni volta che recitiamo il “Padre nostro”.
C-Ann-8
(Sir 27,4-7; 1Cor 15,54-58; Lc 6,39-45) Siamo invitati a purificare le n/ parole e le n/ azioni. In che modo? Lasciandoci guidare: (1) dalla parola di Dio; (2) dalla parola del sacerdote; (3) dalla parola buona di chi ci sta accanto (marito/moglie; genitori/figli).
C-Ann-10
(1Re 17,17-24; Gal 1,11-19; Lc 7,11-17) Nei confronti di nessuno siamo autorizzati a pensare che sia nel luogo del castigo. La liturgia parla sempre dei nostri defunti con serenità: sono con Dio, là dove pensano a noi, pregano per noi. In pari tempo, non sapendo a quale grado di purificazione siano giunti, la liturgia ci invita a pregare per loro.
C-Ann-13 (1Re 19,16b.19-21; Ga 5,1.13-18; Lc 9,51-62) Oggi c’è tanta paura di impegnarsi. Oggi la liturgia ci offre 3 modelli di fedeltà alla vocazione (costi quel che costi): ELISEO, PAOLO, GESÙ.
C-Ann-14 (Is 66,10-14c; Ga 6,14-18; Lc 10,1-2.17-20) Chi è il profeta/discepolo/apostolo? Chi è l’incaricato di annunziare pace/consolazione/gioia? Solo i sacerdoti? Certo anche loro. Ma non solo i sacerdoti! Ogni cristiano. Quindi anche tu! ... nella tua famiglia... nella tua professione.
C-Ann-15 (Dt 30,10-14; Col 1,15-20; Lc 10,25-37) La fede non è un insieme di cose da dire (pregh. del matt./sera) o di prescrizioni da rispettare. È una coerenza di vita, che non separa Dio (che non si vede) dal prossimo (che si vede). Il sacerdote e il levita sono condannati da Gesù, perché si sono disinteressati del prossimo. Il buon samaritano è additato a modello, perché si è interessato al prossimo.
C-Ann-16 (Gn 18,1-10a; Col 1,24-28; Lc 10,38-42) Accogliere il S. non significa soltanto mettere in atto una serie di gesti esteriori (COME MARTA); ma implica un atteggiamento profondo di disponibilità e di ascolto (COME MARIA). Il luogo dell’ascolto è principalmente il raduno liturgico. La mensa della Parola e la mensa dell’Eucaristia sono il nostro Viatico per l’intera settimana.
C-Ann-17 (Gn 18,20-32; Col 2,12-14; Lc 11,1-13) Due insegnamenti per noi. 1° CHIEDERE CON INSISTENZA: realtà materiali: chiederle, senza pretenderle; realtà spirituali: chiederle nella certezza di ottenerle. 2° IMPARARE A PERDONARE: nella nostra richiesta di perdono c’è già il nostro impegno preciso a perdonare.
C-Ann-18 (Qo 1,2; 2,21-23; Col 3,1-5.9-11; Lc 12,13-21) Due frasi incisive ci aiutano a riassumere l’insegnamento di Qohèlet e quello di Gesù: 1) PAPA FRANCESCO: Mia nonna mi diceva: il sudario non ha tasche! (= non ci porteremo dietro nulla); 2) SAN GIACOMO: La carità copre una moltitudine di peccati!
C-Ann-19 (Sap 18,6-9; Eb 11,1-2.8-19; Lc 12,35-40) Chiedere al Signore che ci insegni a vivere aggrappati "alla città di quaggiù" con lo sguardo sempre teso "alla città di lassù".
C-Ann-20 (Ger 38,4-6.8-10; Eb 12,1-4; Lc 12,49-53) Qual è la mia lotta che devo combattere, per rimanere coerente con me stesso? Da che cosa devo separarmi, per restare fedele ai miei doveri familiari, professionali? Lasciamoci illuminare dall’esempio del Profeta Geremia, dall’esempio dei martiri,e soprattutto dall’esempio del Signore Gesù.
C-Ann-21 (Is 66,18b-21; Eb 12,5-7.11-13; Lc 13,22-30) La porta stretta, di cui parla Gesù, è la coerenza di vita, l’onestà a tutti i livelli, è l’assiduità al raduno domenicale, per ascoltare Dio che ci parla attraverso la sua Parola, per sederci alla mensa eucaristica.Dobbiamo dirci: in chiesa ogni domenica c’è un posto per me.Lo occupo ogni domenica, o spesso lo lascio vuoto? Ma andare in chiesa non basta se manca l’impegno concreto a vivere da cristiani.
C-Ann-22 (Sir 3,17-20.28-29; Eb 12,18-19.22-24a; Lc 14,1.7-14) La corsa ai primi, che nella parabola Gesù condanna, non vale per i posti in chiesa. Sbaglierebbe vistosamente chi invocasse la parabola per giustificare la sua abitudine inveterata a stare in fondo alla chiesa durante le celebrazioni. In chiesa, abituiamoci a occupare sempre i primi posti, per essere il più possibile vicini alla Mensa della Parola e alla Mensa del Pane di vita!
C-Ann-23 (Sap 9,13-18; Filem 9b-10.12-17; Lc 14,25-33) Impostare tutto alla luce di Dio è un’impresa difficile. Davanti a un’impresa impegnativa, bisogna fare bene i conti. Se ci manca qualcosa, chiedere a Dio che metta lui ciò che manca: la sua LUCE/GRAZIA.
C-Ann-24 (Es 32,7-11.13-14; 1Tim 1,12-17; Lc 15,1-32) 1° insegnamento: Dio è padre/madre; pensa dunque alla gioia che Dio prova quando ti dice: Va’ e d’ora in poi...! (= gioia verticale). 2° insegnamento: Anche tu devi provare questa gioia (= gioia orizzontale) nel godere del perdono che Dio concede agli altri, e di conseguenza nel perdonare volentieri i torti che ti hanno fatto.
C-Ann-25 (Am 8,4-7; 1Tm 2,1-8; Lc 16,1-13) Il denaro è una tentazione tremenda, che ci chiude in noi stessi. Invece il servizio di Dio ci apre sugli altri. Siamo invitati ad essere lungimiranti, a cercare il nostro vero guadagno.
C-Ann-26 (Am 6,1a.4-7; 1Tm 6,11-16; Lc 16,19-31) Anche se non siamo gli spensierati di Amos o il ricco della parabola, rischiamo però di essere un po' come loro quando ci asserviamo gli altri, invece di servirli. Facciamo in maniera tale che un giorno possa essere riferito a noi l'augurio della liturgia: "... e con Lazzaro, un tempo povero, possa tu avere un riposo eterno!".
C-Ann-27 (Ab 1,2-3; 2,2-4; 2Tm 1,6-8.13-14; Lc 17,5-10) Qualunque sia il nostro stato di vita, quando sopraggiunge la prova, facciamo nostra la raccomandazione di Parolo: "Ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te, e che ti fu dato nel giorno del tuo Battesimo, della tua Ordinazione..., del tuo Matrimonio!".
C-Ann-28 (2Re 5,14-17; 2Tm 2,8-13; Lc 17,11-19) A volte la nostra fede è come quella del Samaritano, che torna indietro; o come quella di Naaman, che pur inizialmente imperfetta poi migliora; altre volte siamo come gli altri 9 della parabola, che se ne vanno. Ma "Lui riamane fedele, perché non può rinnegare se stesso".
C-Ann-29 (Es 17,8-13; 2Tm 3,14–4,2; Lc 18,1-8) Se l’efficacia della preghiera insistente vale per la preghiera individuale, a maggior ragione vale per la preghiera liturgica, precisamente quella che veniamo a fare “in chiesa”, vale a dire “come Chiesa”.
C-Ann-30 (Sir 35,15b-17.20-22a; 2Tm 4,6-8.16-18; Lc 18,9-14) Quanto più grande è la debolezza del bambino, tanto più efficace è il suo pianto; quanto più grande è la nostra debolezza, tanto più efficace è la nostra preghiera.
C-Ann-31 (Sap 11,22–12,2; 2Tes 1,11–2,2; Lc 19,1-10) La Scrittura ci presenta Dio come una figura amorevole, paterna/materna, sollecita.Da sempre attende di essere invitato a casa nostra. A una sola condizione: che saliamo anche noi sull’albero, come Zaccheo.
C-Ann-32 (2Mac 7,1-2.9-14; 2Tes 2,16–3,5; Lc 20,27-38) Il pensiero dei n/ defunti = un pensiero sereno. La sofferenza del distacco rimane. Ma sappiamo (= crediamo) che sono presso Dio.
C-Ann-33 (Mal 3,19-20a; 2Tes 3,7-12; Lc 21,5-19) Un triplice invito: alla fiducia in Dio, alla perseveranza nella giustizia, alla perseveranza nell’operosità.
C-XtoRe (Sam 5,1-3; Col 1,12-20; Lc 23,35-43) Un Re fatto su misura della n/ sofferenza. Quando abbiamo una sofferenza fisica/morale, pensiamo al n/ Re, venuto per reggerci e sorreggerci, portarci e sopportarci, per farci entrare nel Regno, già iniziato quaggiù, in attesa di compiersi lassù.

7. FESTE DEL SIGNORE

A-Trinità
(Es 34,4b-6.8-9; 2Cor 13,11-13; Gv 3,16-18) Familiarizzarci con il mistero trinitario. Non materializzarlo con triangoli, oppure volendo ad es. dare un volto a ognuna delle 3 Persone.
Solo la Seconda Persona ha un volto d’uomo, il n/ volto. G. è l’immagine del Padre. Anche noi siamo l’immagine del P., e quindi di G. Non deturpiamo in noi il volto di quel padre/madre che è Dio.
A-Corpus Domini

(Dt 8,2-3.14b-16a; 1Cor 10,16-17; Gv 6,51-58) L’Eucaristia non è per i perfetti, ma per coloro che tendono alla perfezione, che si sporcano di polvere, che si imbrattano di fango (condizioni di cammino), ma si sforzano di scuotere la polvere, di liberarsi dal fango (tramite la Confessione).

A-SacroCuore (Dt 7,6-11; 1Gv 4,7-16; Mt 11,25-30) Se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.
A-Trasfig
(Dn 7,9-10.13-14; 1Pe 1,16-19; Mt 17,1-9) La festa della Trasfigurazione ci ricorda la mistica dello sforzo e l’accettazione della sofferenza. Sforzo e sofferenza saranno trasfigurati in gioia, già quaggiù, ma soprattutto nella vita eterna. Solo accettando di gustare l’amarezza dello sforzo/rinuncia noi produrremo frutti di dolcezza e di bontà.
B-Trinità (Dt 4,32-34.39-40; Rm 8,14-17; Mt 28,16-20) "Impariamo a parlare di Dio con il linguaggio narrativo della Sacra Scrittura e operativo della Sacra Liturgia"
B-Corpus Domini (Es 24,3-8; Eb 9,11-15; Mc 14,12-16.22-26) "Ecce panis Angelorum, factus cibus viatorum!"
C-Trinità (Pr 8,22-31; Rm 5,1-5; Gv 16,12-15) Davanti al mistero della Trinità ci sentiamo a disagio, anche per certe rappresentazioni geometriche che ci sono state impresse fin da bambini. Lasciamoci illuminare dalla S. Scrittura, che ci parla di Dio in maniera discorsiva, senza far ricorso ai triangoli.
C-Battesimo Battesimo del Signore (Is 40,1-5.9-11; Tt 2,11-14; 3,4-7; Lc 3,15-16.21-22) Il Signore consola il suo popolo. Invito a vivere il nostro battesimo come evento di consolazione.
C-Corpus Domini (Gn 14,18-20; 1Cor 11,23-26; Lc 9,11b-17) Davanti all’Euc. due atteggiamenti possibili, suggeriti dalle prime parole della sequenza: (a) Ecco il pane degli Angeli; (b) pane dei pellegrini. In passato alcuni si sono soffermati solo su “pane degli Angeli”, e non comunicavano più. Si contentavano della comunione spirituale. Atteggiamento sbagliato. Gesù non ha istituito la comunione per gli Angeli, ma per noi che camminiamo curvi sotto il peso della vita.
   

 

8. FESTE DEI SANTI

Immacolata
(Gen 3,9-15.20; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38) Riscopriamo il n/ riferimento a Maria: nella n/ debolezza... a colei che non ha conosciuto debolezza morale.Ha impostato la sua vita nell’ottica del servizio: di Dio e di “tutte le generaz. che la chiamano beata”.
Chiediamo che ci aiuti a riscoprire la "mistica del servizio".
Assunta-Vigilia

(1Cr 15,3-4.15-16; 16,1-2; 1Cor 15,54b-57; Lc 11,27-28) Come Maria: "Beati quelli che ascoltano la Parola di Dio"

Assunta-1

(Ap 11,19a; 12,1-6a.10ab; 1Cor 15,20-27a; Lc 1,39-56) Tre feste da tenere strettamente unite: Pasqua (Risurrezione di Gesù), 15 Agosto (Assunzione di Maria) e 2 Novembre (Memoria dei Defunti).

San Giuseppe (2Sam 7,4-5a.12-14a.16; Rm 4,13.16-18.22; Mt 1,16.18-21.24a) "Ite ad Ioseph".

Quando nella nostra vita avvertiamo situazioni di carestia spirituale, allora andiamo da San Giuseppe, “sposo di Maria Vergine” e "Padre-di-Gesù”.      

GiovBatt-Natività (Is 49,1-6; At 13,22-26; Lc 1,57-66.80)
Pietro e Paolo (At 12,1-11; 2Tim 4,6-8.17-18; Mt 16,13-19)
Tutti i Santi (Ap 7,2-4.9-14; 1Gv 3,1-3; Mt 5,1-12) Santi e Defunti accomunati da un'unica festa.